Jesse. 34 anni, tedesca. Ci conosciamo una sera in una soda a San Carlos: entro per mangiare qualcosa e lei è a tavola con David e Lorenzo, spagnoli – altri incontri in viaggio – e mi invitano a sedermi con loro. Ci ritroviamo il giorno seguente a far colazione. Jesse è in giro in questo lato del mondo da più di un anno: dal Canada è scesa al Sud America fino a risalire lungo i paesi del Centro America. “Ho iniziato a viaggiare da sola perché non coincidevo mai con i tempi delle mie amiche. Ora non ne posso fare più a meno. Eh sì, ci sono stati momenti in cui mi sono sentita insicura, come in Guatemala, ed ho dovuto prestare più attenzione, ma tutto è andato bene. Si può fare.” E poi c’è Dania, della panaderia Pantzin dove scatto la foto, che preferisce non essere fotografata e che mi spiega che gli introiti dell’attività vengono devoluti alla Fundaciòn San Lucas che si prende cura delle donne vittime di violenza nel dipartimento di San Juan: vengono accolte e seguite sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista più concreto ovvero con vitto e alloggio, seppur temporaneo. “Qui muore una donna ogni settimana, spesso per mano del marito”, quando le dico che anche in Italia abbiamo lo stesso problema, resta molto sorpresa, come se il machismo fosse una prerogativa esclusiva dei paesi in via di sviluppo. Pues no.